Uomo
politico italiano. Discendente da una nobile famiglia, avvocato, intraprese
l'attività politica divenendo sindaco di Catania (1879), deputato al
Parlamento (1882-1905), senatore, sottosegretario di Stato all'Agricoltura
(1892), ministro delle Poste (1898) e degli Esteri (1905-06), ambasciatore a
Londra (1906-09) e a Parigi (1909-10); nuovamente ministro degli Esteri dal
1910, guidò la politica estera italiana fino alla prima guerra mondiale
sotto la presidenza di Luzzatti, Giolitti e Salandra. Convinto della
necessità per l'Italia di stare al passo con le altre potenze europee in
campo coloniale, esacerbò l'ostilità con la Francia, nella cui
debolezza individuò la sola possibilità di un'espansione
economico-politica italiana in Africa e nel Mediterraneo orientale. Per questo,
dopo la fortunata impresa in Libia e l'insediamento nel Dodecaneso, promosse un
avvicinamento dell'Italia agli Imperi centrali, riuscendo a mantenere buoni
rapporti anche con le potenze dell'Intesa e opponendosi, invece, all'iniziativa
austriaca nei Balcani e nell'Adriatico, tesa a contrastare le tendenze
indipendentistiche di quei popoli. Allo scoppio della prima guerra mondiale,
dichiarò la neutralità dell'Italia, trattando prima con l'Austria
per la cessione dei territori irredenti e poi con i Paesi dell'Intesa in
prospettiva di un'entrata dell'Italia in guerra a fianco di questi ultimi.
Scrisse le
Lettere dall'Albania (1902) (Catania 1852 - Roma 1914).